Ogni spettacolo che si costruisce con il Laboratorio Permanente di Teatro Sociale è una gioia, ovvero una felicità immensa e un piccolo e grande gioiello.Vedere uno spettacolo crescere da dentro è emozionante, specialmente quando si parla delle nostre minoranze silenziose che, in nome della diversità che le ha rese minoranze, subiscono violenze inaudite da parte della maggioranza. Una maggioranza che ha eliminato la minoranza per diventare unica detentrice di diritti.
Il programma Aktion T4 che, piegando la verità scientifica alla follia umana, ha definito chi dovesse vivere e chi no, per eliminare dalla Germania le diversità fisiche e psichiche fece fuori malati mentali, handicappati, antisociali (tra cui furono inserite le lesbiche), vittime spesso dimenticate della violenza nazista. Insieme a rom e sinti, ebrei, omosessuali e transessuali, detenuti politici, Testimoni di Geova e criminali comuni, la necessità di pulizia sociale nazista, eliminò anche persone deboli e indifese, troppo deboli fisicamente o mentalmente per essere IL POPOLO PERFETTO.
Porteremo lo spettacolo nella versione di fine anno laboratoriale al Teatro alla Misericordia a San Sepolcro il 19/12/2019, a Bucine il 27/01/2020 – Giornata della Memoria, ad Arezzo al Circolo Aurora il 25/04/2020
di e con Sissi Abbondanza immagini e scene Paolo Lauri luci e suoni Gabriele Ramazzotti liberamente ispirato agli scritti di Ingeborg Bachmann
Una donna nella sua casa, nido e prigione, alla fine di una festa e in attesa dell’arrivo del suo uomo, scopre un’altra se stessa con cui dialogare. La casa, perimetro del suo corpo, della voce e dei pensieri, dove emerge la verità del suo essere e del suo percepire. Sulla scena un cubo fatto di canne di bambù, all’interno del quale agisce la parola della Bachmann. Parole invase dall’ansia di libertà e amore, soprattutto all’indomani del suicidio di Paul Celan, poeta e disperato amore della Bachmann.
Sissi Abbondanza, storica attrice della compagnia Chille de la
Balanza e anima, insieme a Claudio Ascoli di San Salvi città aperta, spazio
teatrale e culturale nel cuore di Firenze, ex manicomio, adesso luogo ricco di
eventi e di attività. La creazione di Sissi Abbondanza rappresenta squarci di vita di Ingeborg
Bachmann – poetessa, scrittrice e giornalista austriaca vissuta e scomparsa
in Italia nel 1973. Si ispira sia alle opere che alla vita reale della
Bachmann, donna molto apprezzata nel suo lavoro di scrittrice e per importanti
programmi di emittenti radiofoniche austriache e tedesche ma combattuta
intimamente a causa delle forti pressioni della vita. Una donna che odiava il
proprio Paese natale – dal quale era fuggita – per essersi allineato al nazismo
e di cui asseriva: “C’è stato un momento preciso
che ha distrutto la mia infanzia. L’entrata delle truppe di Hitler a Klagenfurt.
Fu qualcosa di così orrendo che il mio ricordo inizia con questo giorno, con un
dolore troppo precoce, così intenso come forse dopo non l’ho più provato”.
“Casa di bambole”, ovvero come sfuggire da una realtà troppo dolorosa: Il lavoro dell’attrice restituisce la Bachmann come donna assediata da demoni interiori, con una folla di gente intorno ma un profondo senso di intima solitudine. Una conversazione delirante, sola al cospetto di se stessa, tra inquietudine, esaltazione e tormento: sentimenti resi talvolta sardonici dalle movenze dell’interprete, a tratti fin troppo espressionisti. Come in una casa di bambole, dove tutto è possibile ma totalmente fuori dalla realtà, in un tempo senza confini.
…
Scoperto è chi esita, adesso, chi ha scordato la formula magica. Tu non puoi e non vuoi conoscerla, bevi sfiorando l’orlo, dove è fresco: come un tempo, tu bevi e resti sobrio, le ciglia ti crescono ancora, tu ancora ti lasci guardare!
Io con amore all’attimo protesa sono già, invece: il coccio mi cade nel fuoco, piombo mi ridiventa qual’era. E dietro al proiettile sto, monocola, risoluta, defilata, e incontro al mattino lo invio.
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