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Personale riflessione alla fine della stagione

Stavo pensando che in occasione dello spettacolo I PORCI: una gastronomia machista si è in qualche maniera mostrato in tutta la sua chiarezza quello che DIESIS TEATRANGO sta portando avanti da tempo, in tempi e territori non sempre facili: la facilitazione dei rapporti.

Avevamo selezionato lo spettacolo I PORCI: una gastronomia machista in collaborazione con Archè Teatro per la rassegna di Archè stessa, nel 2023.

Avevamo poi visionato lo spettacolo nella rassegna, la sera dopo il pomeriggio che abbiamo noi rappresentato DON CHISCIOTTE, SOGNI E MULINI A VENTO a Monte di Procida https://www.diesisteatrango.it/wp-admin/post.php?post=2140&action=edit

confermando l’idea che ci eravamo fatti: uno spettacolo recitato meravigliosamente e di forte impatto emotivo.

Archè, di cui alcun* componenti erano stat* già in precedenza a Bucine avendo vinto il bando PORTATRAITS ON STAGE prima edizione

https://www.diesisteatrango.it/wp-admin/post.php?post=1613&action=edit

è stata ospite nell’estate 2024 con il loro TUTTO SHAKESPEARE, MINUTO PER MINUTO, che ha fatto impazzire il pubblico con trovate divertenti e con una recitazione eccezionale https://www.diesisteatrango.it/wp-admin/post.php?post=2287&action=edit

Ad agosto sono stati nostr* ospiti in residenza Gaia e Nicola, selezionat* con PORTRAITS ON STAGE 2024

https://www.diesisteatrango.it/wp-admin/post.php?post=2304&action=edit

e avevano iniziato a collaborare per le musiche del loro spettacolo con un musicista, Stefan, che collabora con Diesis in progetti socio-educativi e che l* aveva ospitat* durante la residenza stessa, tanto da presentare lo spettacolo, un non testo delicatissimo e commovente, in forma intima nel suo spazio di ospitalità.

Gaia e Nicola sono tornat* a Bucine per continuare la collaborazione e sono venut* a vedere I PORCI, in prima fila, nell’interazione più prossima e forte con lo spettacolo.

E c’erano anche ospiti di Stefan!

Per non parlare di tutte le altre storie artistiche e umane che ci legano a tutti gli altri gruppi di artiste e artisti che sono passati per Bucine questa estate, in un periodo particolare del teatro comunale, per portare il loro contributo artistico

Ecco, DIESIS TEATRANGO è spesso questo, snodo di storie. A noi piace vivere il teatro così, come possibilità di incontro, di scambio, di contaminazione culturale e umana.

A noi piace vedere gente e che la gente veda!

PS: magari è banale e funziona ovunque così, ma trovateli voi altri spazi umani che non siano strettamente economico commerciali dove ci sono questi interscambi e dove nascono rapporti così belli e intensi.

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Giovedì 10 ottobre ore 19:00 – DIESIS TEATRANGO con MEMORIA IMPERFETTA di Alessandra Pennacchioni

10 ottobre, Giornata Mondiale della Salute Mentale, Arezzo e il DSM, le sfide di allora e le sfide attuali, i racconti e le memorie.

Un convegno e, il pomeriggio, uno spettacolo su testi di Alessandra Pennacchioni, psichiatra: “La memoria mi riporta a quel periodo del nostro lavoro in cui la formazione degli operatori fu soprattutto un processo educativo, di crescita, di relazione e di apprendimento a fare e a essere”

Una testimonianza viva, commovente, sensibile, sull’esperienza dei giorni nuovi della psichiatria ad Arezzo.

Diesis Teatrango, che ha collaborato con il DSM di Arezzo per molti anni, in un rapporto profondo di arricchimento umano e civile, non poteva non raccogliere l’invito fatto dall’Associazione Vivere Insieme e portare sul palco il racconto – memoria – traccia viva e indelebile del percorso del DSM nel tentativo di modificare e rendere umano, vicino, empatico, il trattamento delle persone in cura psichiatrica.

Un percorso che, a partire da Basaglia, ha cambiato il modo di vedere e trattare i pazienti psichiatrici. Un percorso che non è mai finito.

Dice lo psichiatra G. Cesari: “La costituzione del servizio di Arezzo e poi dei servizi di salute mentale di tutta la Provincia è stata dovuta a una fattiva e fortunata sinergia tra politica e scelte professionali e tecniche: i politici hanno saputo cogliere i fermenti che dagli ambienti professionali dicevano chiaramente che il manicomio non era una istituzione riformabile, ma doveva essere abolita. Ma per costruire cosa? Arezzo è stata una delle migliori risposte in Italia, tanto che da esso è derivato il cosiddetto modello toscano della salute mentale, costituito da un sistema di cure non separate, con stretto collegamento tra territorio, ospedale, centri diurni e residenze. Nessuno di questi servizi è un compartimento stagno, ma c’è un collegamento costante. Questa è stata la principale novità di Arezzo ed è stata alla base delle indicazioni nazionali, non solo toscane, di come costruire i servizi pluridisciplinari e multiprofessionali di salute mentale. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità riconobbe in pieno la bontà di questo modello. Fin dall’inizio del servizio si è cercato di non creare contrapposizione tra utenti e familiari e lo stile del servizio è cresciuto con questa idea originaria fino a che questa ha acquisito anche basi teoriche e soprattutto operative più strutturate, soprattutto nell’utilizzo di interventi di psicoeducazione. Utenti, familiari e operatori hanno obiettivi comuni: se si muovono in modo separato i risultati saranno sicuramente minori. Questo è importantissimo, ma ancora non basta: se la società civile non è sufficientemente coinvolta, non basteranno gli sforzi degli operatori. Quando ero molto giovane c’era un detto: “La psichiatria è una cosa troppo seria per lasciarla solo agli psichiatri”. Gli operatori di oggi vivono, non certo per loro responsabilità, una condizione probabilmente più difficile di quella che abbiamo affrontato nel passato. Hanno più strumenti di noi, ma non sempre hanno la reale opportunità di usarli, sopraffatti da una mole di lavoro enorme, da cambiamenti non favorevoli a livello sociale. Il discorso sarebbe lungo, ma spero che questa giornata sia proprio un primo passo per rilanciare l’importanza di un approccio alla salute mentale non a parole, ma reale”

L’OMS stessa dice chiaramente: “Non c’è salute senza salute mentale”