Una occasione incredibile per il ns eroe poetico e svampito, sognatore e battagliero.
Dalla Mancha assolata a Pordenone, con la sua valigia di sogni, utopie, vaneggiamenti poetici e in compagnia del fido (?) Sancho, abilmente scritto da un narratore caotico e canterino, e da due figure misteriose, unione tra la realtà e il sogno.
Un sogno… anzi, no, una realtà di inclusione artistica.
Tornano i centri estivi al Teatro Comunale di Bucine.
Una occasione per tuttə di mettersi in gioco giocando, sperimentando, conoscendo.
Non un semplice parcheggio di bimbə e ragazzə a favore di genitori impegnati, ma una reale possibilità di crescere e sperimentare una comunità propositiva e inclusiva.
La domanda è: canto che sono pazzo o canto ché sono pazzo? Ovvero vi canto la mia pazzia o vi canto perché sono pazzo?Venite a chiederlo voi, a questi in foto…
Ma non lasciatevi ingannare dalla foto.
È di 25 anni fa!
Ma dopo 25 anni dal debutto, dopo aver fatto repliche su repliche, in ogni condizione e situazione, come per festeggiare le nozze d’argento di questo prolifico matrimonio con l’arte e la cultura locale, Diesis Teatrango e I Musicanti del Piccolo Borgo tornano a esibirsi in
CANTO CHE SON PAZZO
Presso il Circolo Culturale AURORA di Arezzo, il giorno 04/05/2024… Giorno, in realtà quasi notte, alle ore 22!
Come l’anno scorso, Diesis Teatrango collabora con gioia al progetto PAROLE IN CIRCOLO di PARO PARO, associazione che promuove cultura, divertimento, integrazione a San Giovanni Valdarno e in tutto il Valdarno.
L’importanza delle parole, che definiscono la realtà, che determinano i destini del mondo, parole che vanno misurate, pronunciate con cura, scelte con maggiore cura, che devono circolare liberamente e portare una forza propulsiva allo sviluppo dell’umanità, in tutte le sue forme. Nella pace.
È un onore, un piacere, che ci riempie di gioia ospitare per 2 giorni, 7 e 8 aprile, un uomo e un personaggio fuori dal comune.
I grandi GRANDI fanno la guerra, scordandosi dei piccoli del mondo, soprattutto dei piccoli PICCOLI, le cui ferite sono o dovrebbero essere motivo di vergogna per tuttə.
Doppio appuntamento
il giorno 7 presso la Biblioteca di Bucine, ore 17:30
il giorno 8 per le Scuole di Ambra (al Cinema Teatro) e di Bucine (presso la scuola).
Vogliamo la pace, la pace è l’unica strada perché possa costruirsi la pace.
Il resto è violenza, sopruso: per quanto si possa giustificare, i piccoli piccoli sono una accusa insormontabile alle nostre coscienze.
È un piacere, un onore e un privilegio portare il nostro spettacolo IL POPOLO PERFETTO in questa giornata particolare in un centro di aggregazione.
Perché la memoria è fondamentale, per non commettere gli stessi stupri, violenze, insulti alla condizione umana e agli uomini e donne.
Perché l’aggregazione è condivisione, crescita, sociale e civile, ed è l’ unica strada per vivere bene, condividere, non separare, non discriminare, non farsi forti su debolezze altrui.
IL POPOLO PERFETTO Progetto LABORATORIO PERMANENTE DI TEATRO SOCIALE Fascia di età: dai 13 anni / stagioni serali Sulla scena un’umanità attraversata da “angeli e demoni” che vacilla, cade, si rialza; un’umanità, sembra strano a dirlo, fatta di persone che vivono, da sempre, con bellezza, fragilità, oscurità, finché qualcosa si rompe e si invadono i corpi, le vite degli altri. Il padre, la madre, il medico-gerarca e il grido “Heil Hitler”, il grido di omaggio e obbedienza ad un sistema. E il nostro “vivere” dove ci viene continuamente richiesto di essere dei super, dei perfettamente adeguati, degli standard e dove spesso si incolpa il diverso da noi della sua stessa diversità apparente o immaginata, della sua unica ala per volare, a dimenticare quasi il valore e i diritti della persona qualunque essa sia. Il racconto, costruito su percorsi di scrittura creativa degli attori, è ispirato ad una memoria tragica, il programma nazista Aktion T4 che rivendica e persegue l’idea del “popolo perfetto” con la soppressione di coloro ritenuti “indegni di vivere” e la persecuzione delle diversità per liberare la razza ariana dalle impurità: persone disabili, folli, outsider, borderline; si aprono finestre su i protagonisti di oggi partendo dai propri corpi e fisicità, dalle proprie verità e da ciò che il teatro ci permette di esplorare, raccontando l’imperfezione, l’inadeguatezza”, la necessità e la bellezza di poter ancora agire creativamente per cercare strade nuove di relazione. Un percorso di ricerca teatrale dove la qualità della relazione si lega al processo estetico producendo un teatro d’arte, performativo e sociale. Un evento performativo in cui disabilità, fragilità e visionarietà scenica creano una commistione che si fa proposta culturale. Progetto drammaturgico ed elaborazione scenica: Barbara Petrucci, Piero Cherici con la collaborazione di Massimo Currò Progetto musicale: Silvio Trotta Coordinamento di scena: Filippo Mugnai Con: Roberta Brocci, Massimo Currò, Elisa Fini, Daniele Gonnelli, Alessandro Grassi, Manuel Loscalzo, Chiara Melani, Irina Mirzoeva, Simone Pasquini, Sandra Piomboni, Lucia Romoli, Andrea Roselletti, Simonetta Testi
IL POPOLO PERFETTO
Progetto LABORATORIO PERMANENTE DI TEATRO SOCIALE
Sulla scena un’umanità attraversata da “angeli e demoni” che vacilla, cade, si rialza; un’umanità, sembra strano a dirlo, fatta di persone che vivono, da sempre, con bellezza, fragilità, oscurità, finché qualcosa si rompe e si invadono i corpi, le vite degli altri. Il padre, la madre, il medico-gerarca e il grido “Heil Hitler”, il grido di omaggio e obbedienza ad un sistema. E il nostro “vivere” dove ci viene continuamente richiesto di essere dei super, dei perfettamente adeguati, degli standard e dove spesso si incolpa il diverso da noi della sua stessa diversità apparente o immaginata, della sua unica ala per volare, a dimenticare quasi il valore e i diritti della persona qualunque essa sia.
Il racconto, costruito su percorsi di scrittura creativa degli attori, è ispirato ad una memoria tragica, il programma nazista Aktion T4 che rivendica e persegue l’idea del “popolo perfetto” con la soppressione di coloro ritenuti “indegni di vivere” e la persecuzione delle diversità per liberare la razza ariana dalle impurità: persone disabili, folli, outsider, borderline; si aprono finestre su i protagonisti di oggi partendo dai propri corpi e fisicità, dalle proprie verità e da ciò che il teatro ci permette di esplorare, raccontando l’imperfezione, l’inadeguatezza”, la necessità e la bellezza di poter ancora agire creativamente per cercare strade nuove di relazione.
Un percorso di ricerca teatrale dove la qualità della relazione si lega al processo estetico producendo un teatro d’arte, performativo e sociale. Un evento performativo in cui disabilità, fragilità e visionarietà scenica creano una commistione che si fa proposta culturale.
Progetto drammaturgico ed elaborazione scenica:
Barbara Petrucci, Piero Cherici con la collaborazione di Massimo Currò
Progetto musicale: Silvio Trotta
Coordinamento di scena: Filippo Mugnai
Con: Roberta Brocci, Massimo Currò, Elisa Fini, Daniele Gonnelli, Alessandro Grassi, Manuel Loscalzo, Chiara Melani, Irina Mirzoeva, Simone Pasquini, Sandra Piomboni, Lucia Romoli, Andrea Roselletti, Simonetta Testi
sabato 20/01/2024 presso il TEATRO COMUNALE DI LATERINA, per parlare di speranza, di guarigione, di cura, con un testo delicato e forte
ore 21:15, siamo InAttesa di voi
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.OkPrivacy policy