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RAID POETICI – bombardateci di versi – 13, 28 e 29 giugno

Tre (ma molto più di tre) occasioni imperdibili

Giovedì 13/06 in occasione della cena di strada promossa dalla ProLoco di Bucine, una serata di rap, in collaborazione con Vita da Vicolo. Il rap nasce come rivolta alle condizioni di vita dei ghetti, versi e rime che ridavano un senso di collettività e dignità a una popolazione oppressa, isolata, umiliata.

Quando non puoi altro, la poesia ti salva.

Venerdì 28/06 dalle 18:00, sotto il Leccio Secolare di Bellavista, RAID POETICI, brevi assaggi di poesie, libere, senza censura. Ognun* porta le sue composizioni e le legge, per una condivisione di emozioni, sensazioni, sentimenti, rabbia o amore.

A seguire, le poesie di ANIMALI DI SILENZIO di Antonio Stoccuto, poeta e attore.

Prenotatevi per leggere le vostre composizioni.

Sabato 29/06, una giornata intensa. Seminario di scrittura con Antonella Giacon, poeta e formatrice in scrittura poetica creativa. 4 ore per conoscerci meglio e farlo attraverso la poesia, scoprire la potenza creatrice e disvelatrice delle parole. Il seminario è gratuito ma PRENOTATEVI!

A seguire, incontro pubblico con Antonella Giacon LO SPAZIO TRA I SE’, la poesia è un atto di pace

Alle 18:00 presentiamo il bellissimo libro di poesia del caro amico Stefano Olmastroni, penna sensibile e sublime, I RIFLESSI DELLE COSE

Alle 19:00 circa PICCOLI ESERCIZI PER LA PACE – chiusura in memoria della strage nazifascista di San Pancrazio, con lettura di poesie d’autore e composizioni di alunni e alunne delle classi quinte dell’Istituto Comprensivo di Bucine. Perché la pace nasce da piccol*, fare la pace è un’arte da bambin*.

Diciamocelo pure, la poesia parte da noi, come la pace.

https://culturmedia.legacoop.coop/diesis-al-teatro-di-bucine-la-bella-stagione-con-raid-poetici-bombardateci-di-versi/

https://www.arezzonotizie.it/social/segnalazioni/raid-poetici-bombardateci-versi-la-poesia-pace-11250991.html
https://www.lanazione.it/arezzo/cronaca/bombardateci-di-versi-arrivano-i-raid-poetici-568fb09e

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DON CHISCIOTTE a PORDENONE mercoledì 05/06/2024 ore 10:00

Una occasione incredibile per il ns eroe poetico e svampito, sognatore e battagliero.

Dalla Mancha assolata a Pordenone, con la sua valigia di sogni, utopie, vaneggiamenti poetici e in compagnia del fido (?) Sancho, abilmente scritto da un narratore caotico e canterino, e da due figure misteriose, unione tra la realtà e il sogno.

Un sogno… anzi, no, una realtà di inclusione artistica.

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PAROLE IN CIRCOLO 2^ edizione

Come l’anno scorso, Diesis Teatrango collabora con gioia al progetto PAROLE IN CIRCOLO di PARO PARO, associazione che promuove cultura, divertimento, integrazione a San Giovanni Valdarno e in tutto il Valdarno.

L’importanza delle parole, che definiscono la realtà, che determinano i destini del mondo, parole che vanno misurate, pronunciate con cura, scelte con maggiore cura, che devono circolare liberamente e portare una forza propulsiva allo sviluppo dell’umanità, in tutte le sue forme. Nella pace.

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27/01/24 GIORNATA DELLA MEMORIA al Centro di aggregazione sociale Tortaia di Arezzo

È un piacere, un onore e un privilegio portare il nostro spettacolo IL POPOLO PERFETTO in questa giornata particolare in un centro di aggregazione.

Perché la memoria è fondamentale, per non commettere gli stessi stupri, violenze, insulti alla condizione umana e agli uomini e donne.

Perché l’aggregazione è condivisione, crescita, sociale e civile, ed è l’ unica strada per vivere bene, condividere, non separare, non discriminare, non farsi forti su debolezze altrui.

https://www.lanazione.it/cosa-fare/il-popolo-perfetto-al-cas-di-tortaia-gq9aqoej

IL POPOLO PERFETTO Progetto LABORATORIO PERMANENTE DI TEATRO SOCIALE Fascia di età: dai 13 anni / stagioni serali Sulla scena un’umanità attraversata da “angeli e demoni” che vacilla, cade, si rialza; un’umanità, sembra strano a dirlo, fatta di persone che vivono, da sempre, con bellezza, fragilità, oscurità, finché qualcosa si rompe e si invadono i corpi, le vite degli altri. Il padre, la madre, il medico-gerarca e il grido “Heil Hitler”, il grido di omaggio e obbedienza ad un sistema. E il nostro “vivere” dove ci viene continuamente richiesto di essere dei super, dei perfettamente adeguati, degli standard e dove spesso si incolpa il diverso da noi della sua stessa diversità apparente o immaginata, della sua unica ala per volare, a dimenticare quasi il valore e i diritti della persona qualunque essa sia. Il racconto, costruito su percorsi di scrittura creativa degli attori, è ispirato ad una memoria tragica, il programma nazista Aktion T4 che rivendica e persegue l’idea del “popolo perfetto” con la soppressione di coloro ritenuti “indegni di vivere” e la persecuzione delle diversità per liberare la razza ariana dalle impurità: persone disabili, folli, outsider, borderline; si aprono finestre su i protagonisti di oggi partendo dai propri corpi e fisicità, dalle proprie verità e da ciò che il teatro ci permette di esplorare, raccontando l’imperfezione, l’inadeguatezza”, la necessità e la bellezza di poter ancora agire creativamente per cercare strade nuove di relazione. Un percorso di ricerca teatrale dove la qualità della relazione si lega al processo estetico producendo un teatro d’arte, performativo e sociale. Un evento performativo in cui disabilità, fragilità e visionarietà scenica creano una commistione che si fa proposta culturale. Progetto drammaturgico ed elaborazione scenica: Barbara Petrucci, Piero Cherici con la collaborazione di Massimo Currò Progetto musicale: Silvio Trotta Coordinamento di scena: Filippo Mugnai Con: Roberta Brocci, Massimo Currò, Elisa Fini, Daniele Gonnelli, Alessandro Grassi, Manuel Loscalzo, Chiara Melani, Irina Mirzoeva, Simone Pasquini, Sandra Piomboni, Lucia Romoli, Andrea Roselletti, Simonetta Testi

IL POPOLO PERFETTO

Progetto LABORATORIO PERMANENTE DI TEATRO SOCIALE

Sulla scena un’umanità attraversata da “angeli e demoni” che vacilla, cade, si rialza; un’umanità, sembra strano a dirlo, fatta di persone che vivono, da sempre, con bellezza, fragilità, oscurità, finché qualcosa si rompe e si invadono i corpi, le vite degli altri. Il padre, la madre, il medico-gerarca e il grido “Heil Hitler”, il grido di omaggio e obbedienza ad un sistema.  E il nostro “vivere” dove ci viene continuamente richiesto di essere dei super, dei perfettamente adeguati, degli standard e dove spesso si incolpa il diverso da noi della sua stessa diversità apparente o immaginata, della sua unica ala per volare,  a dimenticare quasi il valore e i diritti della persona qualunque essa sia.

Il racconto, costruito su percorsi di scrittura creativa degli attori,  è ispirato ad una memoria tragica, il programma nazista Aktion T4 che rivendica e persegue l’idea del “popolo perfetto” con la soppressione di coloro ritenuti “indegni di vivere” e la persecuzione delle diversità per liberare la razza ariana dalle impurità: persone disabili, folli, outsider, borderline; si aprono finestre su i protagonisti di oggi partendo dai propri corpi e fisicità, dalle proprie verità e da ciò che il teatro ci permette di esplorare, raccontando l’imperfezione, l’inadeguatezza”, la necessità e la bellezza di poter ancora agire creativamente per cercare strade nuove di relazione.

Un percorso di ricerca teatrale dove la qualità della relazione si lega al processo estetico producendo un teatro d’arte, performativo e sociale. Un evento performativo in cui disabilità, fragilità e visionarietà scenica creano una commistione che si fa proposta culturale.

Progetto drammaturgico ed elaborazione scenica:

Barbara Petrucci, Piero Cherici con la collaborazione di Massimo Currò

Progetto musicale: Silvio Trotta

Coordinamento di scena: Filippo Mugnai

Con: Roberta Brocci, Massimo Currò, Elisa Fini, Daniele Gonnelli, Alessandro Grassi, Manuel Loscalzo, Chiara Melani, Irina Mirzoeva, Simone Pasquini, Sandra Piomboni, Lucia Romoli, Andrea Roselletti, Simonetta Testi

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COME UN TERRITORIO DIVENTA COMUNITA’ – 01-02-03/12/2023

“Educarci non è mai tempo perso.
Educare è assumersi il rischio
di imparare insieme”
(Marina Garces)


Il progetto “Il Dire e il Fare” arriva alla fine del suo primo anno di attività concludendo una fase del processo riflessivo condiviso con un momento di rilancio, un’ulteriore occasione di ricerca e confronto per sperimentare azioni che attivino “energie di legame” tra persone e rendano possibile la loro partecipazione alla vita della società.
In un momento in cui i dati della sofferenza psichica e sociale sono in aumento tra giovani, adulti e anziani, è tempo di tornare a cercarsi per rinforzare il tessuto di vicinanze e prossimità e per costruire insieme, di nuovo, il desiderio di vivere. La sfida è ri-fare convivenza: ma come?

Come fare per colmare il vuoto e il silenzio di una comunità da rigenerare o che ha sviluppato forme di relazioni che escludono e che marcano le differenze tra chi sta dentro al centro echi rimane ai
margini o escluso?
L’obiettivo di questo momento di ricerca comune è quello di provare a alimentare il pensiero e offrire contesti in cui poterlo fare: la comunità è di tutte e tutti e favorire mescolanze permette di generare opportunità inedite. Le relazioni territoriali possono essere il motore del cambiamento.

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LAVORO (e, sui, con i, per i) DIRITTI, a seguire CONCHAS della Compagnia SEMIVOLANTI domenica 19 Novembre – dalle ore 17

Domenica 19/11 doppio evento a partire dalle ore 17:00

IMPERDIBILE!!!

Ore 17:00 incontro con Jasmine Piattelli, Giuliana Mesina, Sandra Lottarini, Fiora Branconi, Marzia Franci ed Eva Malacarne sulle tematiche dei diritti sociali, civili e al lavoro. Quali tutele per le persone LGBTIQA+?

Tra attivismo, politica, sindacato, arte, affronteremo la tematica dei diritti civili e sociali, che alcuni hanno contrapposto, quando invece, non essendo garantiti i civili, quelli del lavoro/sociali non possono esistere…

…o le persone LGBTIQA+ sono tutte ricche ereditiere, non devono lavorare e non lo sapevamo…

(oppure la miopia politica e sociale fa sembrarle ricche ereditiere e non lo sono)

Ore 18:45 CONCHAS spettacolo della Compagnia SEMIVOLANTI.

Quando la stessa idea di civiltà, di diritti, di vicinanza, di umanità è condivisa da chi fa lo spettacolo e chi lo ospita, non possono che nascere iniziative BELLE.

SEMIVOLANTI ha già presentato spettacoli di forte impatto emotivo su tematiche sociali, qui, al Teatro di Bucine. L’amicizia e la stima che ci lega alla Compagnia non potevano che accogliere questo nuovo spettacolo, non potevano che unirci in un progetto di dibattito sulle tematiche affrontate.

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RESIDENZE ARTISTICHE #2/2023 – COMPAGNIA I PESCI

Proseguono le Residenze Artistiche, mai come quest’anno incentrate su tematiche impellenti, importanti, di cui il teatro, come voce potente, totale, rivolta a tutt*, si fa portavoce. Il teatro come amplificatore di quello che più “alto” abbiamo tutt* nell’anima (o altrove, se non crediamo all’anima, ma c’è, fosse “solo” empatia e compassione!)

Diesis Teatrango, chiamata da Archè Teatro per il Festival IL TEATRO NON SI RASSEGNA, si è innamorata di questo progetto ed è lieta di ospitare I PESCI https://ipesci.wordpress.com/ nel Teatro Comunale di Bucine.

Si presentano così e ci raccontano il loro lavoro:

Siamo un giovane collettivo artistico indipendente che lavora sul territorio nazionale, la nostra base è
Napoli e sviluppiamo i nostri lavori in collaborazione con l’Ex-asilo Filangieri, al centro storico di Napoli, un centro sociale occupato che ci offre i suoi spazi per permettere le nostre ricerche artistiche. Questo lavoro vede protagonisti Antonio Stoccuto, autore e regista dell’opera, Fiorenzo Madonna, Damiano Rossi e Emma La Marca, tecnico luci e assistente alla regia.
La residenza a Bucine è giunta a seguito di una selezione al festival “Il teatro non si rassegna” presentato da Archè teatro, e alla scelta di ospitare e supportare la creazione da parte di Diesis Teatrango Soc. Coop. La residenza a Bucine figura il nostro ultimo passo nella finalizzazione dell’opera “Muti come pesci”. Per la
distribuzione teatrale di questo lavoro e il debutto siamo a lavoro, ma non possiamo ancora dare nessuna
informazione certa a riguardo.

“Muti come pesci” è un’opera originale in atto unico. È il secondo capitolo di una trilogia dedicata
all’invisibile. Il progetto nasce dalla necessità dell’autore di indagare la zona di realtà invisibile che
accompagna gli umani nel passaggio tra la vita e la morte
. È uno studio su quanto gli umani possano essere vivi nell’invisibile e morti nel visibile. Il lavoro racconta dell’esperienza finale di vita di un bambino di dodici anni. I personaggi si presentano come pesci per poi giungere alla consapevolezza di ciò che sono. Marmora è in fin di vita ed è solo in mare aperto, dopo che il barcone sul quale viaggiava, partito dalla Libia, è affondato. A seguito della perdita di sensi si figura Armuro come compagno di viaggio, amico immaginario che lo porterà a raggiungere la meta. Nessuno può aiutarlo, l’unica cosa che resta è di accettare l’inevitabile destino della morte e accoglierla. È una vittima del naufragio accaduto nel 2013 al largo del canale di Sicilia. Il barcone partito dalla Libia è rovesciato e in mare galleggiano 268 corpi umani. Nessuno li ha salvati nonostante le loro continue richieste d’aiuto alla capitaneria di porto italiana e a quella maltese. Le due figure iconiche portano con sé ognuna il proprio vissuto, un’esperienza non ripetibile da nessun altro, che si scontra con la fine e si decompone lentamente sino a scomparire; come quando Derrida avverte: “Quando muore una persona, con lei scompare anche tutto un mondo”. Il protagonista viene condotto da Armuro all’elaborazione del lutto personale ed accogliere gli eventi deprecabili della sua vita, lasciando solo al sentire una vera risposta, che regna per sempre sovrana oltre il tempo e lo spazio.
L’urgenza di parlare oggi di questa tematica è un bisogno, un dovere, una denuncia che non può esimere nessun umano

Siamo partiti dalla stesura di una prima bozza di drammaturgia, ma praticando anche scrittura di scena il
testo è stato ed è ancora in continua evoluzione. La nostra modalità nel fare teatro si fonda sull’azione
fisica, sul gesto, sullo studio del corpo; l’azione fa nascere la parola e non viceversa. L’improvvisazione è un importante fucina per dare corpo e fiato alla creazione e quindi con assoluta certezza abbiamo praticato quest’arte. Ci sono state due fasi in cui potremmo dividere lo sviluppo del lavoro, una prima fase è stata presentata al festival dal quale poi è derivata la selezione alla residenza a Bucine, durante la quale il lavoro è stato articolato in una direzione che potrebbe avvicinarsi come immaginario al teatro-danza; e una seconda fase che ha visto l’innesto nel lavoro dei tessuti. L’utilizzo di questo attrezzo ha aperto una nuova ricerca che ha ampliato ciò che prima era stato creato e ci sta accompagnando ad una nuova pratica di messa in scena che tiene in riferimento la drammaturgia che continua ad evolversi ma fonda
sull’improvvisazione il motore vivo dell’opera.
Ogni lavoro è una creazione unica, e in quanto tale i processi creativi variano sempre, in base al collettivo di riferimento all’opera; considerando che non esiste una modalità migliore di un’altra per creare un’opera, se bisogna dire di un approccio che in genere usiamo forse semplicemente è l’ascolto, quello di se stessi e dei compagni di scena, e se c’è questo ascolto che sia un approccio basato sulla drammaturgia o sull’improvvisazione poco cambia, l’importante è che si senta qualcosa per cui valga la pena bruciare

Il lavoro è un impegno costante, come un qualcosa che inizia e non smette sia durante l’attività che il
riposo. Essendo un lavoro molto fisico oltre alle prove c’è una preparazione atletica ed un allenamento
continuo. Le prove sono un continuo immergersi in se stessi e nell’altro e un costante concedersi; essere aperti nel mondo. Praticare tutto ciò significa avere un dispendio di forze sia emotivamente che fisicamente e indubbiamente dopo le sessioni di prove la fatica si avverte.
Tutti i membri del collettivo artistico sono umani che hanno scelto di fare questo mestiere per un bisogno, una necessità, una vocazione e quindi il fatto stesso di farlo dona forza, ma non solo mi sento di aggiungere dona colori e suoni e forme alla vita stessa. Per ogni lavoro le energie si perdono sempre e si trovano anche, è come la vita, si perde costantemente qualcosa e non c’è nulla da fare, ma accogliere queste costanti perdite, questo lasciare andare, crea lo spazio necessario per riempirsi di altro, di tutto ciò che il lavoro/la vita ci dona e continuare il proprio viaggio

Come non condividere ogni singola parola?

Come non confidare, stanti le premesse, che l’esito finale di questo spettacolo sia “intenso, bello, coinvolgente, emozionante, commovente” come lo studio che abbiamo avuto il privilegio di visionare?

Non vediamo l’ora.

Benvenuti I PESCI!

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RESIDENZE ARTISTICHE #1/2023 – COMPAGNIA FONDAMENTA ZERO

Il Teatro Comunale di Bucine ospita in residenza artistica dalla fine di questa settimana la Compagnia Fondamenta Zero.

Il Teatro Comunale di Bucine è un OPEN THEATER (o theatre, è lo stesso, l’importante è il resto, è essere open, aperti, accoglienti!)

Chi è FONDAMENTA ZERO?

Che ci vengono a fare?

Si presentano così, ascoltate bene.

bell3 e brav3.

Per saperne di più: FONDAMENTA 0 SU SONAR

FB Compagnia-Fondamenta-zero

Cosa portano? Che stanno preparando, perché?

Precedente residenza a Monte San Savino (di là dalla collina, per intenderci)

L’argomento è IMPORTANTE, FONDAMENTALE, perché la violenza, che strappa l’anima, la dignità, NOI dobbiamo sconfiggerla, partendo anche da una rappresentazione teatrale, che ci mostra cosa accade nelle vite nascoste di chi subisce la violenza.

Per ora, buon lavoro, e…. a presto!

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27 gennaio 2023 – Giorno della Memoria

La legge n.211 del 20/07/2000 definisce così le finalità e le celebrazioni del Giorno della Memoria:

«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
In occasione del “Giorno della Memoria” di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.[9]»

Noi vogliamo ricordare anche gli altri e le altre che furono annientati/e dalla follia nazista: Rom e Sinti, apolidi, omosessuali e transessuali, Testimoni di Geova, persone antisociali (asociali, tra cui donne lesbiche), malati, criminali comuni.

Non c’è e non ci sarà mai una ragione vera per uccidere qualcuno e questo lo vogliamo gridare sempre più forte, non c’è una ragione per isolare, emarginare, schiavizzare, umiliare, imprigionare, torturare nessuno.

Ognuno ha diritto di vivere e di vedere garantito il suo diritto a vivere nel rispetto della propria identità.

Per questo Vi invitiamo il 27/01/2023 al Teatro Comunale di Bucine

🔹𝗼𝗿𝗲 𝟭𝟬:𝟬𝟬  – Compagnia Teatrale Diesis Teatrango presenta 𝐈𝐋 𝐏𝐎𝐏𝐎𝐋𝐎 𝐏𝐄𝐑𝐅𝐄𝐓𝐓𝐎, spettacolo prodotto con il Laboratorio Permanente di Teatro Sociale rivolto agli studenti ma aperto a tutto il pubblico.

🔹𝗼𝗿𝗲 𝟮𝟭:𝟭𝟱 – 𝐕𝐄𝐆𝐋𝐈𝐀  𝐃𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐌𝐄𝐌𝐎𝐑𝐈𝐀

Una serata di condivisione durante la quale si alterneranno sul palco letture, canzoni, poesie, musiche, pensieri, offerti da attori, artisti e spettatori per creare una veglia moderna e riflettere su fatti che hanno segnato la storia.

Con Compagnia Teatrale “La fraschetta”; Massi Fruchi, cantante e performer; Associazione culturale Paro Paro, Laura Testi e gli allievi della The music school; Laboratorio teatrale – Diesis Teatrango; Moreno Betti; Vanessa Torcasso; Andrea Roselletti; Marzia Franci e Michela Franci; Ettore Donzellini;  Filodrammatica L’Antica Fraschetta-, collaborazione musicale Paolo Bruno

Chi lo desidera potrà partecipare anche dalla platea con un breve frammento di poesia, di lettura, di racconto. Ogni Vostro contributo è un inno alla resistenza ai momenti bui della storia, che sono accaduti e che accadono ancora.

In collaborazione con Comune di Bucine, Istituto comprensivo di Bucine, Pro loco Bucine.

Info:

info@diesisteatrango.it

3714130749 anche WhatsApp

Vi aspettiamo!

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UNA PIAZZA CHE PARLA – NATIVITA’

SAN GIOVANNI VALDARNO – Casa della Cultura Palomar 18/12/2021

Si è tenuto il giorno 18/12/2021 l’esito finale del progetto UNA PIAZZA CHE PARLA – NATIVITA’ di Diesis Teatrango e sostenuto da Fondazione CRFirenze.

Il progetto ha voluto portare una contaminazione artistica tra il Laboratorio Permanente di Teatro Sociale (LPTS), gruppi di ragazzi e ragazze dei progetti di inclusione della Cooperativa Sociale GIOVANI VALDARNO e studentesse e studenti delle scuole Isis B. Varchi di Montevarchi (classe 3PSS – sociosanitario coordinata dalle prof.sse Paola Trenti e Annalisa Peschierotti) e Licei Giovanni da San Giovanni – Scienze Umane (classe 1B coordinata dal prof Iacopo Cigolini).

Con studenti e studentesse si è lavorato in presenza per comporre testi, poetici e in prosa, che scandagliassero le sensazioni personali, partendo dal tema Natività, inteso come nascita, rinascita, espressione libera di voci, le più intime delle e degli adolescenti in un periodo in cui proveniamo da forti chiusure fisiche e psicologiche; un’immersione nel fare creativo attraverso la loro scrittura poetica, le loro voci e narrazioni non necessariamente verbali ma anche gestuali, sonore. Ne sono venute fuori due tipologie fondamentali: brevi testi in prosa che hanno evidenziato il senso di ansia che provano i ragazzi e le ragazze nel rapportarsi alle varie vicende della vita, ma anche la forza che riescono a tirare fuori, l’importanza dell’amicizia, della vicinanza, del sentirsi membri della società, e testi poetici, più eterogenei, ma ugualmente pieni della rivendicazione del proprio io di adolescenti che si affacciano alla società con aspettative, voglia di fare, di contribuire

In collaborazione con l’Amministrazione Comunale di San Giovanni Valdarno si è concordato di presentare al pubblico durante il periodo natalizio l’esito del progetto, all’interno della nuova Casa della Cultura PALOMAR, un battesimo artistico per un luogo cui auguriamo lunghissima vita e massimo rispetto da parte di chi verrà, perché deputato alla crescita civile e sociale di nuove generazioni e alla trasmissione di valori da parte delle più grandi. Palomar è stata una ambientazione splendida, una cornice raffinata e popolare per il progetto.

Si sono avvicendati in un percorso di espressività ed esposizione sonora, poetica, espressiva studenti e studentesse, ragazzi dei progetti di inclusione sociale, attori e attrici del LPTS, in un intreccio di voci, azioni sceniche, sonorizzazioni, che hanno portato alla luce e al pubblico, interessato e partecipante, l’emozione dell’esserci, del condividere, del sentire le voci più personali degli e delle adolescenti, di vedere come nella unione di espressioni diverse tutte si esaltano e nessuna è penalizzata.

La ricchezza della natività è anche questo, respirare a pieni polmoni tutta l’aria e gridare forte la propria presenza e la propria voglia di vivere.

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