Prosegue la stagione 2019-2020 del Teatro Comunale di Bucine con uno spettacolo già vincitore del Premio Nino de Reliquis per il Teatro, la Danza e le Arti Performative e del Premio L’inutile del Teatro.
Uno spettacolo incentrato sulla figura straordinaria di Amedeo Modigliani, “l’artista più bistrattato dai suoi concittadini”, uno spettacolo poetico, ironico, graffiante che ci porterà a contatto con uno dei grandi della pittura moderna, con le sue figure riconoscibilissime entrate nell’immaginario collettivo, i lunghi colli, gli sguardi sognanti, le sculture che ricordano lo stile africano e in qualche maniera il ns Venturino Venturi nella semplicità delle linee.
Con il testo di Alessandro Brucioni e Michele Crestacci, con la regia di Brucioni e l’interpretazione di Crestacci, i suoni di Alessandro Battocchi.
Anticiperà lo spettacolo alle ore 19:00 l’incontro con la Prof.ssa Maria Giovanna Cutini, storica dell’arte, che ci porterà con la consueta passione, competenza e bravura nel mondo di Modigliani, in collaborazione con la Associazione per la Valdambra.
Diesis Teatrango per il quarto anno è felice di ospitare questo incontro che valorizza, con la sinergia tra Associazioni ed Enti del territorio, l’apertura del teatro a contributi sempre importanti per la costruzione e la condivisione della cultura.
Il Teatro Comunale di Bucine chiude il periodo delle festività e riprende con la programmazione con un film di animazione DILILI A PARIGI, storia di una bambina che sbarca a Parigi proveniente dalla Nuova Caledonia, una piccola kanak meticcia, che arriva a Parigi, a fine Ottocento, imbarcandosi di straforo sulla nave che riporta in Francia l’insegnante anarchica Louise Michel, di cui diviene discepola. Nella capitale stringe amicizia con Orel, un facchino che conosce tutto il mondo culturale e artistico della Belle Époque. Insieme a lui partirà per una avventura parigina tutta da scoprire….
Con la consueta, straordinaria abilità, Ocelot fonde l’intento educativo con un’immaginazione galoppante, la realtà, del paesaggio parigino, e dei tanti personaggi illustri chiamati a raccolta, con la freschezza di uno sguardo nuovissimo, che non teme il confronto con le icone, perché possiede in quantità gentilezza e coraggio.
Esattamente come la protagonista di questo film, Dilili: un personaggio che pare uscito da un classico della letteratura per l’infanzia, ma è portatore di una consapevolezza contemporanea, straordinariamente matura e cristallina. Una nuova Zazie, che fa rivivere cinematograficamente la capitale francese come non accadeva da tempo, esplorandola in ogni dove, dalle fogne al cielo, per celebrarla, infine, con una sequenza tra sogno e spettacolo.
Ocelot risponde al richiamo delle urgenze politiche e sociali contemporanee, e all’oscurità culturale di questo inizio di millennio, ambientando i peggiori spettri dell’attualità, misoginia e terrorismo, al tempo del progresso (Gustave Eiffel), delle invenzioni futuristiche (Alberto Santos-Dumont, i Lumière), delle scoperte scientifiche (Marie Curie), dei capolavori dell’arte (Toulouse Lautrec, Renoir, Picasso, Rodin, Camille Claudel) e della letteratura (Proust)
Quanta bellezza, intelligenza e ironia, in questoDilili a Parigi….”
Gli spettatori potranno poi partecipare al laboratorio curato da Itinerari Pedagogici Valdarno sulle tematiche del film.
Ogni spettacolo che si costruisce con il Laboratorio Permanente di Teatro Sociale è una gioia, ovvero una felicità immensa e un piccolo e grande gioiello.Vedere uno spettacolo crescere da dentro è emozionante, specialmente quando si parla delle nostre minoranze silenziose che, in nome della diversità che le ha rese minoranze, subiscono violenze inaudite da parte della maggioranza. Una maggioranza che ha eliminato la minoranza per diventare unica detentrice di diritti.
Il programma Aktion T4 che, piegando la verità scientifica alla follia umana, ha definito chi dovesse vivere e chi no, per eliminare dalla Germania le diversità fisiche e psichiche fece fuori malati mentali, handicappati, antisociali (tra cui furono inserite le lesbiche), vittime spesso dimenticate della violenza nazista. Insieme a rom e sinti, ebrei, omosessuali e transessuali, detenuti politici, Testimoni di Geova e criminali comuni, la necessità di pulizia sociale nazista, eliminò anche persone deboli e indifese, troppo deboli fisicamente o mentalmente per essere IL POPOLO PERFETTO.
Porteremo lo spettacolo nella versione di fine anno laboratoriale al Teatro alla Misericordia a San Sepolcro il 19/12/2019, a Bucine il 27/01/2020 – Giornata della Memoria, ad Arezzo al Circolo Aurora il 25/04/2020
di e con Sissi Abbondanza immagini e scene Paolo Lauri luci e suoni Gabriele Ramazzotti liberamente ispirato agli scritti di Ingeborg Bachmann
Una donna nella sua casa, nido e prigione, alla fine di una festa e in attesa dell’arrivo del suo uomo, scopre un’altra se stessa con cui dialogare. La casa, perimetro del suo corpo, della voce e dei pensieri, dove emerge la verità del suo essere e del suo percepire. Sulla scena un cubo fatto di canne di bambù, all’interno del quale agisce la parola della Bachmann. Parole invase dall’ansia di libertà e amore, soprattutto all’indomani del suicidio di Paul Celan, poeta e disperato amore della Bachmann.
Sissi Abbondanza, storica attrice della compagnia Chille de la
Balanza e anima, insieme a Claudio Ascoli di San Salvi città aperta, spazio
teatrale e culturale nel cuore di Firenze, ex manicomio, adesso luogo ricco di
eventi e di attività. La creazione di Sissi Abbondanza rappresenta squarci di vita di Ingeborg
Bachmann – poetessa, scrittrice e giornalista austriaca vissuta e scomparsa
in Italia nel 1973. Si ispira sia alle opere che alla vita reale della
Bachmann, donna molto apprezzata nel suo lavoro di scrittrice e per importanti
programmi di emittenti radiofoniche austriache e tedesche ma combattuta
intimamente a causa delle forti pressioni della vita. Una donna che odiava il
proprio Paese natale – dal quale era fuggita – per essersi allineato al nazismo
e di cui asseriva: “C’è stato un momento preciso
che ha distrutto la mia infanzia. L’entrata delle truppe di Hitler a Klagenfurt.
Fu qualcosa di così orrendo che il mio ricordo inizia con questo giorno, con un
dolore troppo precoce, così intenso come forse dopo non l’ho più provato”.
“Casa di bambole”, ovvero come sfuggire da una realtà troppo dolorosa: Il lavoro dell’attrice restituisce la Bachmann come donna assediata da demoni interiori, con una folla di gente intorno ma un profondo senso di intima solitudine. Una conversazione delirante, sola al cospetto di se stessa, tra inquietudine, esaltazione e tormento: sentimenti resi talvolta sardonici dalle movenze dell’interprete, a tratti fin troppo espressionisti. Come in una casa di bambole, dove tutto è possibile ma totalmente fuori dalla realtà, in un tempo senza confini.
…
Scoperto è chi esita, adesso, chi ha scordato la formula magica. Tu non puoi e non vuoi conoscerla, bevi sfiorando l’orlo, dove è fresco: come un tempo, tu bevi e resti sobrio, le ciglia ti crescono ancora, tu ancora ti lasci guardare!
Io con amore all’attimo protesa sono già, invece: il coccio mi cade nel fuoco, piombo mi ridiventa qual’era. E dietro al proiettile sto, monocola, risoluta, defilata, e incontro al mattino lo invio.
Con questo spettacolo il Teatro di Bucine ospita un’opera della corrente drammaturgica del Novecento del “Teatro dell’Assurdo” di cui E.Ionesco, accanto a Samuel Beckett e Alfred Jarry, è uno degli esponenti principali. Un testo non facile, LE SEDIE che mette in scena un drammatico e grottesco tentativo di comunicare ciò che è incomunicabile, l’irreale che risiede nella realtà, dove solo le abitudini fanno passare il tempo e danno l’illusione di esistere.
Accanto ai due protagonisti vivono gli oggetti, LE SEDIE, presenze indispensabili create per lo spettatore, cariche di storie e rimembranze, segni del linguaggio destinati allo sguardo dello spettatore. Forse occuparsi del quotidiano, della sua possibile continua mutazione, del suo miglioramento, è meglio che proclamare grandi comunicazioni che poi cascano nel vuoto. La messa in scena di questo testo del teatro dell’assurdo ci lascia un messaggio attuale sul nostro vivere o credere di vivere sempre alla ricerca di soluzioni “epocali”, e ci interessa perché possedendo molti livelli di lettura – dai più immediati e comici a quelli più enigmatici e prospettici – può rivolgersi a molti tipi di pubblico.
Vi invitiamo all’inaugurazione della stagione 2019-2020 del Teatro Comunale di Bucine con un concerto eccezionale che sarà eseguito da tre artisti e virtuosi polistrumentisti, con musiche di Paesi e culture mondiali. L’arte è multiculturale!
Claudia Bombardella Trio è composto da Claudia Bombardella, Silvio Trotta e Alessandro Bruni. Saranno loro i pifferai magici che ci accompagneranno in un mondo di musica e nella musica del mondo.
23 novembre 2019, ore 21:15 prenotazione consigliata! Visione e ascolto consigliatissimi!!!
Una stagione che ruota intorno alle arti, musica, poesia, prosa, pittura e scultura. Il teatro come fucina in cui si fondono i metalli nobili della cultura per dare origine a preziosi gioielli: non può essere altrimenti, visti i nostri ospiti!
Anticipata dal primo studio per il delicato, commovente e onirico L’ECO DELLA FALENA, liberamente ispirato alla vita ed opere di Virginia Woolf, della Compagnia Cantiere Artaud, in residenza artistica presso il Teatro di Bucine, dal 23/11/2019 parte la nuova stagione, ricca di appuntamenti per tutti, grandi e piccini, che vi ricorderemo qui e su Facebook alla nostra pagina diesis.teatrale e teatro.dibucinear
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